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La Peste del 1630 a Bologna

La Peste del 1630 a Bologna

Presentazione editoriale con Cecilia Vitiello e Carlo Pelagalli

​Presentazione editoriale

con Cecilia Vitiello

dialoga con l’autrice Carlo Pelagalli

Bologna la Dotta, Bologna la Grassa, Bologna la Rossa, Bologna l’appestata.

È l’annus horribilis 1630 e un nemico storico, invisibile e apparentemente invincibile torna a terrorizzare il Nord Italia.  Sono passati quasi trecento anni dalla pandemia di peste che tra il 1347 e il 1351 ha ucciso più di venti milioni di persone in tutta Europa, e sebbene non esista ancora una cura efficace, le istituzioni politiche e religiose bolognesi si mobilitano per impedire il diffondersi del “mal contagioso”. Malgrado gli sforzi per evitare l’arrivo della peste entro le mura cittadine, nella primavera del 1630 il morbo comincia a serpeggiare tra le strade di Bologna, mietendo vittime in ogni casa. La bella città di un tempo diviene così il fantasma di se stessa: i morti riempiono le fosse comuni, le persone chiuse in casa soffrono la fame e i lazzaretti diventano presto sovraffollati, luoghi di degrado, angoscia e dolore. La peste del 1630 costerà la vita a migliaia di bolognesi, rappresentando uno dei momenti più bui nella storia del capoluogo emiliano.